Il saggio di Davide Valenti, intitolato “Che cosa significa scoprire? L’intesa moderna dello scoprire contro l’attesa di verità della scienza. Ipotesi storiche e considerazioni fenomenologiche su una disputa necessaria mai veramente accaduta”, indaga il senso della scoperta scientifica alla luce del duplice senso dello scoprire che emerge in età moderna. La controversia “mai realmente accaduta” tra i due sensi dello scoprire getta una luce sull’impensato dell’impresa scientifica dei giorni nostri.
Il saggio si articola in tre parti. Nella prima parte, dal titolo “Ipotesi storico ermeneutica sull’intesa moderna dello scoprire, sulla scoperta scientifica e sul senso del sapere epistemologico”, l’autore si concentra sulla distinzione tra l’intesa “pre-scientifica” e l’intesa “scientifica” della scoperta in senso moderno, le quali trovano nella “scoperta dell’America” e nella “scoperta dell’eliocentrismo”, rispettivamente, la loro espressione più compiuta. L’epistemologia, nella sua lotta dichiarata (e mai conclusa) contro l’oscurantismo metafisico e religioso, appare come il tentativo di sopperire al mancato chiarimento del conflitto tra i due sensi dello scoprire. Il punto è chiarito tramite l’analisi di una riflessione del fisico Richard Feynman.
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Paul Klee, Grenzen des Verstandes (1927)
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Valenti – Che cosa significa scoprire? (1)