Lettura | La Rektoratsrede e la “libertà tradita”

Intervistato dal Tg2 sulla mancata visita di Benedetto XVI all’università La Sapienza di Roma, Giuliano Ferrara ha paragonato gli illiberali professori di oggi con “gli Heidegger” degli anni Trenta: «E’ dai cupi anni Trenta che un certo tipo di chierici, di intellettuali, tradiscono la libertà, la libertà di parola, dunque la libertà: ieri fu il turno degli Heidegger, autore del [ sic ] Rektoratsrede, ora è il turno degli Asor Rosa e dei Marcello Cini: non c’è niente di nuovo.» (Tg2 del 15 gennaio 2008)

La Rektoratsrede è spesso citata come esempio di “alto tradimento” (della filosofia, dell’università, del “ruolo dell’intellettuale”, ecc.). Pochi, però, l’hanno letta e studiata. A cominciare dal titolo: Die Selbstbehauptung der deutschen Universität – la quadratura in se stessa dell’università tedesca, ovvero: la ferma resistenza dell’università, quale fulcro del sapiente interrogare, contro l’«intimo soqquadro» che minaccia l’essenza del sapere scientifico.

Pubblichiamo la traduzione italiana curata da Gino Zaccaria.

Heidegger – Discorso di rettorato

Da oggi è inoltre disponibile l’Intervista allo Spiegel del 1966, in cui Heidegger chiarisce, tra le altre cose, il contesto e i motivi che lo spinsero ad assumere la carica di rettore dell’Università di Friburgo nel 1933.

Heidegger – Intervista Spiegel

I due testi fanno parte degli Scritti politici di Martin Heidegger, pubblicati da Piemme nel 1998.

Nuovi saggi | Tradurre i “Beiträge zur Philosophie”

Nuovi testi disponibili nella sezione Saggi e articoli di eudia:
  • François Fédier Tradurre i Beiträge zur Philosophie, traduzione italiana del saggio apparso su Heidegger Studies, vol. 9, 1993.
  • François Fédier Comment je traduis ‘Ereignis’, conferenza pronunciata a Losanna il 20 maggio 2004.
I due saggi di Fédier costituiscono un’eccellente introduzione alla lettura e allo studio dei Beiträge zur Philosophie , quale premessa per una traduzione fenomenologicamente fondata del “secondo capolavoro di Heidegger” e delle sue dizioni guida.
  • Henri Crétella Crimine e Pensiero, traduzione italiana della conferenza pronunciata a Milano nel maggio del 2001.

Il testo di Henri Crétella espone in modo esemplare la reciproca estraneità tra pensiero e crimine, contribuendo così a un chiarimento costitutivo dell’essenza della filosofia.

Saggio | Pensiero e comunicazione

Pubblichiamo il saggio di Maurizio Borghi Pensiero e comunicazione. La questione che guiderà le nostre riflessioni è molto semplice: è possibile comunicare il pensiero? Precisiamo subito che il termine «pensiero» sarà qui inteso in un senso specifico, e forse persino limitato: non, in generale, la capacità di meditare e di elaborare visioni su questo o quel problema, ma quel modo del tutto particolare di pensare che ha preso il nome greco di «filosofia». …

Borghi – Pensiero e communicazione

Saggio | Pensare la lingua madre: Niccolò Tommaseo

Pubblichiamo il saggio di Maurizio Borghi Pensare la lingua madre: Niccolò Tommaseo. L’articolo riprende il testo di una lezione tenuta agli studenti di Italiano della San Francisco State University nell’Aprile 2006, in cui si tenta una puntualizzazione di alcuni tratti costitutivi della lingua madre a partire dal Dizionario dei sinonimi e altri scritti di Tommaseo. La riflessione si basa, in particolare, sui saggi tommaseani raccolti nel volume La mirabile sapienza della lingua, a cura di M. Borghi (Christian Marinotti Edizioni, 2005). Si veda qui una presentazione del volume.

A sinistra: Georges Bracque, Oiseau bleu et gris

Borghi – Pensare la lingua madre – Niccolò Tommaseo

Le cinque vocali di eudia

Eudia, annuario di pensiero, poesia e arte, nasce sotto il segno delle cinque vocali, ovvero dei più elementari suoni della lingua madre. La figura delle cinque vocali ci ricorda che il pensiero si genera sempre nell’elemento della parola, e che, nel pensiero, restiamo sempre allievi della “scuola elementare” della lingua. Così, solo restando allievo in questo peculiare senso, l’uomo può divenire autore “del” pensare.
In una pagina del Convivio nella quale discute l’etimologia della parola “autore”, Dante scrive:

“Questo vocabulo, cioè ‘autore’ … può discendere da due principii: l’uno si è d’uno verbo molto lasciato da l’uso in gramatica, che significa tanto quanto ‘legare parole’, cioè auieo. E chi ben guarda lui, ne la sua prima voce apertamente vedrà che elli stesso lo dimostra, che solo di legame di parole è fatto, cioè di sole cinque vocali, che sono anima e legame d’ogni parole, e composto d’esse per modo volubile, a figurare imagine di legame. Chè, cominciando da l’A, ne l’U quindi si rivolve, e viene diritto per I ne l’E, quindi si rivolve e torna ne l’O; sì che veramente imagina questa figura: A, E, I, O, U, la quale è figura di legame.”

La figura di legame resta la figura guida di Eudia, annuario di pensiero, poesia e arte.