Value – nuovi contributi online

Nella pagina dedicata al volume Value – Sources and Readings on a Key Concept of the Globalized World (Ivo De Gennaro ed.) si possono ora scaricare i contributi di Jürgen Gedinat e di Sergiusz Kazmierski. Il primo dei due saggi di Gedinat è dedicato al pensiero di Leibniz, mentre il secondo affronta la concezione della moneta nel pensiero greco – tema sul quale si concentra anche il saggio di Kazmierski NOMISMA.

 

Il Corriere e Heidegger

Il Corriere della Sera è tornato a interessarsi di Heidegger. Lo fa con un titolo a nove colonne in cui Heidegger è definito “genio razzista impenitente” (scarica qui il paginone). Sotto il titolo, l’immancabile foto con le croci uncinate (ma quante volte l’abbiamo vista? Un giorno il titolare dei diritti si farà vivo, e allora saranno guai per le traballanti casse dei giornali…) e, in alto, un’immagine del giovane Hitler e la notizia del ritrovamento di suoi memorabilia. Tanto per restare in tema.

L’occasione – si fa per dire – è l’uscita di un libro che si intitola Heidegger [cioè]: l’introduzione del nazismo nella filosofia [sic]. Il Corriere pubblica un ampio estratto dell'”opera” e ne sposa integralmente le “tesi” nei titoli e nei sommari.

Che cosa sostiene l’autore di questo libro? Semplicemente questo: che tutta l’opera di Heidegger – ma proprio tutta, dalla prima all’ultima riga – null’altro è se non una nascosta esaltazione del nazismo in tutti i suoi più aberranti aspetti: razzismo, antisemitismo, violenza, sterminio. L’introduzione del nazismo nella filosofia, appunto.

Non è la prima volta che un giornale, senza porsi troppe domande, dà credito alle tesi più bizzarre su “Heidegger e il nazismo”. Il Libro bianco ne dà ampia documentazione. E tuttavia rimane qualche domanda. Ad esempio, non riusciamo a comprendere perché mai Heidegger dovesse ricorrere a sotterfugi e depistaggi per celebrare l’ideologia nazista, celando con cura il suo razzismo e il suo antisemitismo in missive private o sotto una coltre di ragionamenti che sembrano dire il contrario. E ciò proprio durante il nazismo, quasi non fosse quello il momento più opportuno per dar loro pubblicamente sfogo. Né riusciamo a comprendere come mai, tra tutti i suoi uditori e lettori – fossero anche dei tipi svegli come Hannah Arendt o Jean Beaufret o Raimon Panikkar -, non ce n’è uno che abbia scorto la minima traccia di “nazismo” nelle sue lezioni, nei suoi seminari e nelle sue conferenze. Tutti plagiati e ignari succubi del suo “doppio gioco”? Oppure complici consapevoli del complotto negazionista? Forse, erano semplicemente degli uditori e dei lettori. Capaci di intendere nel loro giusto senso frasi come questa (dal corso Nietzsches Metaphysik, 1941/42):

Nur wo die unbedingte Subjektivität des Willens zur Macht zur Wahrheit des Seienden im Ganzen wird, ist das Prinzip der Einrichtung einer Rassenzüchtung, d.h. nicht bloße aus sich wachsende Rassenbildung, sondern der sich selbst wissende Rassengedanke möglich und d.h. metaphysisch notwendig. (Gesamtausgabe, Bd 50, p. 56-57)

Solo lì dove l’incondizionata soggettività della volontà per la potenza diviene verità dell’essere dell’essente nella sua sfera d’integrità, diviene attendibile, e dunque metafisicamente stringente, il principio sul quale si instaura una selezione razziale, e cioè non la semplice formazione di una razza che cresce e si sviluppa a partire dall’indole propria, bensì un pensiero, scientemente consapevole di sé, della razza.

“Solo lì…”, ovvero: nell’estrema devastazione del senso dell’essere, e dell’ente ridotto a “centro della potenza”.

Scarica qui la pagina del Corriere.

Per vedere alcuni esempi di “introduzione del nazismo nella filosofia” si legga qui, qui qui

Infine, si vedano qui alcune testimonianze di studenti di Heidegger.

Lettura di maggio

La lettura di questo mese è un passo tratto dalla Poetica di Aristotele, nel quale si delucida la scissura tra l’afflagrante artista (il poeta) e il notificatore (lo storico). Tale scissura, che consiste nello scindersi e restare scissa dell’attendibilità rispetto alla scempia fattualità, staglia “l’afflagrante arte” come “una dote più filosofica e più rigorosa (più nobile, più grave) della notificante indagine”.

Aristotele – Poetica

Value – Sources and Readings

Value_copertina

Earlier this year, Brill, a Dutch publisher based in Leiden and Boston, released the volume Value. Sources and Readings on a Key Concept of the Globalized World, edited by Ivo De Gennaro. The book contains a total of twenty-three chapters in German, English, Italian and French, presenting both classical philosophical sources on the concept of value and readings that show how this concept shapes our manner of thinking in pivotal issues and domains of economics, culture and knowledge. Contributors include Giuseppe Barzaghi, Robert Bees, Maurizio Borghi, Robert E. Carter, Jürgen Gedinat, Thomas Kalary, Sergiusz Kazmierski, Detlef Liebs, Ralf Lüfter, Mark Michalski, Joe Sachs, Frank Schalow, Alexandre Schild, Harro von Senger, Thomas A. Szlezák, Panos Theodorou, Klaus Vieweg, Mark D. White and Gino Zaccaria.

Here you can read the complete table of contents and download the Preface and some of the contributions.

Lettura di aprile

La lettura di questo mese è la traduzione di alcuni passi della Fisica di Aristotele in cui si puntualizzano, per un verso, i quattro scorgimenti della circostanza del luogo, e, per l’altro, si fornisce una definizione filosofica del luogo stesso. Questa breve pagina della Fisica ci insegna ad accorgerci della scissura fra il luogo del commercio quotidiano con gli enti e il luogo come essere dell’ente, ovvero come ciò che rende via via attendibile ogni concreta località.

Aristotele – Topos

Die Anaximanderauslegung Heideggers und der Anfang des abend-ländischen Denkens

Sergiusz

Mitte letzten Jahres erschien im Verlag Traugott Bautz Die Anaximanderauslegung Heideggers und der Anfang des abendländischen Denkens von Sergiusz Kazmierski. Nun sind hier bei eudia Auszüge verfügbar. Der Titel ist inzwischen auch als E-Book erschienen. Das Hauptanliegen des Buches ist es, thematisch zu zeigen und durchzuführen, inwiefern heute – durch ein Bedenken der hörenden und übersetzenden heideggerischen Auslegung des Spruchs des Anaximander in den Holzwegen hindurch – eine geschichtlich arbeitende, klassische Philologie möglich sei.

Lettura di marzo

La lettura di marzo è la traduzione di un passo della Metafisica di Aristotele, in cui il pensatore delucida la differenza – o la scissura – tra il filosofo, il dialettico e il sofista. Poiché la scissura consiste nello stesso filosofare, essa scinde, per così dire, senza appello: il dialettico e il sofista, pur applicandosi variamente all’indole che, innanzitutto, sta a cuore al filosofo, ne restano, ciascuno a suo modo, fatalmente avulsi.

Aristotele – Filosofi–Logistici–Luminari

Lettura di febbraio

La lettura di febbraio è una lettera di Vincent van Gogh al fratello Theo, datata 28 ottobre 1885. Il tema centrale dello scritto è la contrapposizione tra il “fare il colore locale”, ossia il dipingere imitando i colori della natura, e il “muovere dai colori della tavolozza”, ovvero il lasciare che i colori si susseguano liberamente “come in una fuga indolica”, affinché si generi, accanto a quella della natura, una “gamma cromatica di eguale estensione”. Proprio tale autonoma e in sé avvenente “armonia parallela” è capace, secondo il pittore, di lasciar culminare la verità e l’avvenenza della natura stessa.

Van Gogh – Lettera a Theo