Pubblichiamo il saggio di Ivo De Gennaro intitolato “Kant: essere e finitudine”. Il testo riprende una relazione tenuta al simposio “Immanuel Kant (1724-1804) nel 200º anniversario della morte”, svoltosi nel marzo 2004 presso l’Accademia di studi italo-tedeschi di Merano. Lo studio conclude che, per Kant, “ogni funzione dell’intelletto, l’intera logica e, infine (cioè: in primo luogo), la stessa filosofia trascendentale è incardinata nell’indole di finitezza la cui predicazione suona: io penso che è“. Tale indole si costituisce quale insoggettivo-inoggettivo “oltre” – l’orizzonte di finitezza, appunto – a cui l'”io penso” resta nascostamente addetto.
A sinistra: Hashimoto Kansetsu, “Sera d’estate”