Diagnosi dell’epoca presente: Pasolini

PasoliniSabaudia, il fascismo e il potere della civiltà dei consumi (breve documentario trasmesso dalla RAI il 7 febbraio 1974)

«Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è totale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana.

[…]

Scrivo “Potere” con la P maiuscola solo perché sinceramente non so in cosa consista questo nuovo Potere e chi lo rappresenti. So semplicemente che c’è.»

(Scritti corsari, pp. 31-23 e 57-58)

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PasoliniLa televisione in quanto medium di massa (brano di un’intervista con Enzo Biagi del 1971)

«Il bombardamento ideologico televisivo non è esplicito: esso è tutto nelle cose, tutto indiretto. Mai un “modello di vita” ha potuto essere propagandato con tanta efficacia che attraverso la televisione. Il tipo di uomo o di donna che conta, che è moderno, che è da imitare e da realizzare, non è descritto o decantato: è rappresentato! Il linguaggio della televisione è per sua natura il linguaggio fisico-mimico, il linguaggio del comportamento. Che viene dunque mimato di sana pianta, senza mediazioni, nel linguaggio fisico-mimico e nel linguaggio del comportamento nella realtà. Gli eroi della propaganda televisiva – giovani su motociclette, ragazze accanto a dentifrici – proliferano in milioni di eroi analoghi nella realtà. […] La proposizione prima di tale linguaggio fisico-mimico è la seguente: “Il Potere ha deciso che noi siamo tutti uguali”.»

(Scritti corsari, pp. 74-65)

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Pasolini “Che paese meraviglioso era l’Italia…” o L’immutabile forma della vita

Primi tre minuti del documentario La voce di Pasolini, di Matteo Cerami e Mario Sesti, 2006. Toni Servillo legge l’inizio di un testo scritto da Pasolini nel 1973 come recensione al libro di Sandro Penna Un po’ di febbre (in Scritti Corsari, p. 179 sg.)

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